Etica e Poetica – nel marketing e nelle vendite

Senza scomodare James Hillman, che immagina la mente con una “base poetica” che, come tale, non è fondata sulle microstrutture del cervello o del linguaggio o Aristotele, che nel suo trattato “La Poetica” propone un’analisi dell’arte distinta dall’etica e dalla morale mi sono posto alcune domande su etica e poetica nel mondo del lavoro. O meglio, nel marketing o nelle vendite.

E’ corretto che le nostre azioni e le nostre parole siano puramente funzionali allo scopo, ovvero vendere? Utilizzare le neurovendite o altri metodi per identificare le leve motivazionali del nostro cliente con lo scopo di dirigere ed influenzare la sua scelta? Certo il nostro fine è perfezionare la vendita, quindi tutto ciò che sia funzionale lo dobbiamo porre in atto; ma – a mio avviso – dobbiamo tenere conto anche dell’aspetto etico, ovvero delle conseguenze che porteremo alla sua attività, e quindi operare in modo di portargli un reale beneficio.

Mentre facevo queste riflessioni mi è capitato tra le mani questo libro: “Fare marketing rimanendo brave persone”, edito nel 2014, la cui lettura mi sento di consigliare.

Di seguito trovate la sua presentazione, presente nella quarta di copertina

Cosa ha trasformato il marketing da uno dei mestieri più affascinanti a uno dei più discussi del mondo? Perché quando si vuole indicare un’operazione di pura facciata, senza alcuna sostanza, la si indica come un’operazione di “puro marketing”? Esiste una visione del marketing compatibile con la nostra società e le nostre esigenze attuali? Chi fa marketing si trova spesso schiacciato tra due poli opposti: da un lato, gli esaltati del marketing, e, dall’altro, chi vede il marketing come un’attività di persuasione occulta. Nella visione proposta dall’autore, il marketing supera la sua dimensione puramente economica, per diventare una funzione responsabile e generativa, per la società e per la vita delle persone, nella loro ricerca di senso, nei loro sogni, nei loro progetti. Per questo è necessario però che chi si occupa di marketing non si accontenti di gestire solo gli aspetti razionali della comunicazione, ma adotti anche gli strumenti di base della narratologia e da ultimo le conoscenze di base di analisi delle personalità e della psicologia umana. E soprattutto è necessario che nell’occuparsi della “poetica” del marketing, ossia del come costruire un marketing efficace, non si perda mai di vista “l’etica” del marketing, ossia il senso complessivo profondo di ciò che si fa per l’uomo e per la società

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